masinid@libero.it

Masini Daniele 3285906674

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Masini Daniele

Scritti: pag 2 - pag 3- pag 4 -intervista - poesie

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Alchimia delle cose

Sono ancora qui,continuo a rigirare tra le mani il vecchio quaderno con la copertina nera e il bordo delle pagine rosso,i fogli leggermente ingialliti, sono anni che lo custodisco in un’ angolo della libreria, mi ha sempre seguito nei miei spostamenti.

Durante il passare degli anni ho aperto e richiuso infinite volte il vecchio quaderno,le ricette che contiene sono sempre state un prezioso aiuto,nella mia ricerca,alchimie che pochi ricordano,alcune forse sconosciute o comunque integrate e cambiate,ricerca continua dell’intimo rapporto tra materia e tecnica ,evoluzione di un linguaggio , frutto delle interazioni con la individualità.

Ogni volta che tocco e miscelo gli ingredienti il risultato varia portando alla luce nuove opportunità e allora continuo a manipolare per scoprire fino a che punto le varianti suggeriscono sensazioni diverse, linguaggio in perenne mutazione.

La lastra di vetro è pronta, pulita e pura, una parte di inchiostro A due parti di inchiostro B, i due neri si incontrano modificandosi a vicenda mentre la spatola li miscela con lentezza sondando la cedevole resistenza della materia, piano , piano un nuovo nero si forma pastoso e lucente.

Olio di lino crudo, poche gocce alla volta, mentre la spatola continua a mescolare paziente, altre gocce e il nero diventa più fluido, ora il bianco di Spagna compatta il colore,l’aggiunta della vernice Mastice e della trementina di Venezia rendono il nero luminoso e viscoso,continuo a mescolare ,alzo la spatola lentamente e lascio fluire il colore ,un lungo filo sottile scorre con la giusta continuità .

Il nero è pronto,compatto e viscoso.

Lucido la lastra di rame , inizio lentamente a passare il rullo con l’inchiostro con poca pressione la viscosità del colore rallenta il gesto,incrocio la stesura lo spessore deve essere minimo e il nero compatto. La lastra è pronta l’inchiostro deve riposare per uno o due giorni per raggiungere il giusto grado di lavorabilità.

Inizio a lasciare segni sulla lastra pulendo le parti che corrispondono ai punti di luce,stracci,carta,punte di legno, vecchi pennelli induriti dalle setole mutilate e dita sono gli strumenti che mi servono per dare corpo alle immagini del pensiero e poi lentamente mi perdo ,non seguo più il pensiero ma l’immagine che prende forma ,seguo l’opera nel suo divenire sintesi di gesto e immagine.

Mezzi toni leggeri ,neri profondi, rapidi segni formano l’immagine.

Adagio la lastra di rame sul piano del torchio ,verificando il giusto grado di pressione del rullo, troppa pressione farebbe dilatare l’inchiostro e i segni più fini scomparirebbero , al contrario ,poca pressione non permetterebbe alla carta di prendere inchiostro nella giusta densità e i neri diventerebbero orrendi grigi e scomparirebbero i mezzi toni con il risultato di una immagine illeggibile.

Stendo la carta sulla lastra ,aggiusto il feltro e inizio a girare con lentezza e continuità ,percepisco i diversi livelli di pressione;fatto, alzo il feltro sollevo la carta dolcemente evitando che si strappi ed ecco l’immagine , ogni volta l’apparizione del risultato mi emoziona nella sua diversità.

Il monotipo e’ opera unica e irripetibile 

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