Masini Daniele 3285906674



Dal catalogo della mostra alla Galleria Melozzo 1985
Scrivevo qualche tempo fa, in occasione di una mostra personale di Daniele Masini, che questo artista avrebbe finito per porsi il problema dell' orrore angelico, di quella dannazione per cui oggi a spaventarci non sono più gli antichi mostri dalle unghie adunche o dai volti intessuti di brani animaleschi incastrati come in un mobile mosaico di nefandezze espressive, ma piuttosto le lucide e levigate immagini della felicità di massa fluttuanti sulle onde del meraviglioso elettronico: angeli di ventura, venuti a predicare il nulla agli uomini senza volontà, contemplatori passivi e indifferenti del proprio quotidiano esistere. Fuor di metafora, mi chiedevo se Masini avrebbe diradato le sue atmosfere d'incubo anacronistico, sublimando ombre e bagliori d' armamentario medioevale in forme di più composta 'classicità', senza per questo pretendere, ovviamente, che il pittore rinnegasse se stesso e gli strumenti scelti per esprimere e per comunicare le proprie apprensioni visive ed esistenziali.
Un primo passo in questa direzione Daniele Masini I' ha compiuto con le opere presentate recentemente alla rassegna 'Omaggio al Pordenone' un artista, quest' ultimo, abbastanza potente ed ombroso da poter essere rivisitato senza traumi da Daniele Masini che ne ha tratto, mi pare, una misura di ferma solidità e il suggerimento di strutturazioni non più surreali e simbolistiche. Se non nel senso che il simbolo, qui, non rimanda a signifìcazioni esterne all'opera: in una dilatazione dell'immagine, voglio dire, che non travalica I' impegno estetico, rinunciando il pittore alle esplicite dichiarazioni di moralità e al didascalismo Oratorio.
Ecco allora comparire, nelle opere ultimissime non più gettate alle bufere di atmosfera ma tenute in rigorose strutture d'interno, la figura dell' angelo.
Ma degradata ancora, ridotta alla versione orrida della mitologia dissacratrice. 'L'angelo caduto' non si è liberato dalla maschera del diabolico, ma è la pittura di Masini che ha rinunciato a molte delle ridondanze che la facevan maledetta e che sta trovando il proprio nucleo in un ordine mentale, quattrocentesco in prospettiva.
E' la componente mediterranea che sta prendendo il sopravvento e se per ora non si tratta che di una misura formale, io credo che indagando quest' ultima Masini finirà per attingere le fonti della serenità, se non della impassibilità, dei maestri della tradizione metafisica.
La mia potrà sembrare, me ne rendo conto, una anticipazione avventata, ma questa è forse consentita in questa sede, che è di indicazione critica e non pretende di fissare verità 'storiche' o di limitarsi alla mera constatazione di fatti 'evidenti', che qui non si negano ma si leggono in ipotizzabile prospettiva. lo credo infatti che Daniele Masini stia attraversando un periodo di crisi feconda, dimostrando quella capacità di rimettersi in discussione che è indice di una ricerca non ossificata su moduli determinati per sempre. Ciò non significa che un artista di rara potenza e di straordinaria virtù tecnica come Masini possa o debba procedere, come troppo spesso avviene ad altri, per adeguamenti di linguaggio e di poetica che non maturino direttamente nel lavoro.
Una delle più apprezzabili caratteristiche di questo artista è infatti quella di non lasciarsi andare all'improvviso, di non accogliere senza riflessione critica le sollecitazioni esterne che egli stesso, del resto, ricerca. Così il suo cammino di pittore 'monumentale' ('monumentum', va precisato, è strumento per ricordare) si è costruito per acquisizioni piuttosto che per negazioni, per verifiche e non per incontrollata sperimentazione di motivi che non appartengono alla 'sua' memoria presente. Di questa io credo faccia parte una sorta di candido 'furor angelicus' che se oggi ancora si traduce nella metafora e nel monumento all'Angelo caduto, domani potrà coglierne anche il trionfo: magari un trionfo della sconfitta, colorato da tutti gli ori della decadenza nei quali poeticamente rivive, e insieme sprofonda, la cultura della vecchia Europa classica e anticlassica,
Franco Solmi
Masini Daniele 3285906674